L’espressione proverbiale è il “sale della vita”, ci indica qualcosa che dà gusto e significato all’esistenza, proprio come il sale, un elemento fondamentale della storia e dell’alimentazione dell’umanità, carico di simbologie fin dai tempi antichi.
È infatti un elemento essenziale per la vita: la maggior parte dei tessuti e dei fluidi degli esseri viventi lo contiene. In dosi eccessive però è dannoso per la salute.
“Meno Sale e più sapori” è il titolo della Campagna di sensibilizzazione per la riduzione del consumo di sale che si è tenuta, come ogni anno, nella settimana dal 8 al 14 marzo 2021.
L’iniziativa è nata nel 2005 dalla World Action on Salt e Health (WASH) associazione che include 100 paesi nei vari continenti, allo scopo di informare i consumatori e sviluppare iniziative e collaborazioni con aziende alimentari, per diminuire la presenza di sale nei prodotti alimentari.
Il Ministero della Salute, attraverso il programma “Guadagnare Salute, rendere facili le scelte salutari”, in collaborazione con Società scientifiche quali la SINU, l’ISS e le Regioni, vuole aumentare la consapevolezza dei cittadini in merito al consumo di questo nutriente.
Quali sono le abitudini degli italiani?
Dai dati ricavati da alcuni progetti avviati in tal senso dal CCM tra cui il ” Monitoraggio del consumo di sodio nella popolazione italiana” emerge che negli anni 2018-2019 nel range di 35-74 anni l’assunzione giornaliera è stata di 9,5 g/die negli uomini e 7,2 g/die nelle donne, con un trend in leggero miglioramento rispetto gli anni precedenti, ma ancora lontano dai valori di assunzioni raccomandato dall’OMS che si attestano sotto i 5 g/die.
Anche per quanto concerne le età inferiori, il progetto “MINISAL-GIRCSI” ha valutato una popolazione tra i 6 e 18 anni di età dove, nel campione degli ipertesi, ha riscontrato un introito di 10,1g/die nei maschi e di 8,1g/die nelle femmine.
Quali sono i rischi per la salute dovuti a un consumo eccessivo di sale?
Come è riportato sul sito del Ministero della salute “Un consumo eccessivo di sale favorisce un aumento della pressione arteriosa con conseguente incremento del rischio di insorgenza di gravi patologie cardio-cerebrovascolari correlate all’ipertensione arteriosa quali infarto del miocardio e ictus cerebrale ed è stato associato ad altre malattie cronico degenerative, quali tumori, in particolari dello stomaco e malattie renali.”
Vediamo alcuni preziosi consigli alimentari per limitarne il consumo.
La dottoressa Roberta Carli, medico nutrizionista, referente del Gruppo Operativo Nutrizione della Asl Toscana Centro, sottolinea come “occorre fare molta attenzione, nella propria alimentazione, soprattutto ai cibi conservati e trasformati, e preferire sempre gli alimenti freschi che andremo noi poi ad elaborare decidendo la quantità di sale da aggiungere. Possiamo infatti scegliere di insaporire con le spezie, erbe aromatiche, salse naturali, lasciando emergere il sapore reale degli alimenti.
Sappiamo infatti che dopo qualche settimana, le nostre papille gustative si saranno abituate e non sentiranno più l necessità di aggiungere sale, in quanto gli alimenti ne contengono una quota che è già quella sufficiente a coprire le richieste fisiologiche del nostro organismo.
Occorre inoltre fare attenzione agli alimenti più dolci che consumiamo quotidianamente come il pane, i biscotti, le merendine che costituiscono fonti nascoste di sodio, specie in questo periodo che dovendo trascorrere un tempo maggiore in casa per via delle restrizioni anticovid, ci portano ad un uso maggiore di questi alimenti.
Le ultime “Linee Guida per una Sana Alimentazione” del Consiglio per la Ricerca in agricoltura e analisi dell’economia agraria, CREA, riportano infatti che “il sale aggiunto in maniera discrezionale nella cucina casalinga corrisponde al 35% della quota che assumiamo, il sale contenuto nei prodotti trasformati tra cui il pane e i prodotti da forno il 50%, mentre quello contenuto allo stato naturale negli alimenti come frutta, verdura, carne, pesce, latte etc. costituisce solo il 15%.”
Sarà importante porre attenzione alle etichette nutrizionali perché già una loro attenta lettura ci permette di fare scelte oculate e significativamente differenti.