I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione anche detti semplicemente “Disturbi dell’alimentazione” sono patologie complesse caratterizzate da un disfunzionale comportamento alimentare, un’eccessiva preoccupazione per il peso con alterata percezione dell’immagine corporea.
I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione anche detti semplicemente Disturbi dell’alimentazione sono patologie complesse caratterizzate da un disfunzionale comportamento alimentare, un’eccessiva preoccupazione per il peso con alterata percezione dell’immagine corporea.
Come si presentano?
I disturbi dell’alimentazione possono presentarsi in associazione ad altri disturbi psichici come ad esempio disturbi d’ansia e disturbi dell’umore. Lo stato di salute fisica è quasi sempre compromesso a causa delle alterate condotte alimentari (per esempio restrizione alimentare, eccessivo consumo di cibo con perdita di controllo) che portano ad alterazione dello stato nutrizionale.
Attualmente questi disturbi rappresentano un importante problema di salute pubblica, visto che per l’anoressia e per la bulimia, negli ultimi decenni, c’è stato un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza, tanto che sono sempre più frequenti diagnosi in età preadolescenziale e nell’infanzia. Inoltre, il perdurare della situazione di emergenza sanitaria da Covid-19 ha comportato un aggravamento del fenomeno.
È fondamentale acquisire la consapevolezza del problema, per poter intraprendere il percorso di cura adeguato, rivolgendosi al Medico di famiglia, quale punto di riferimento, e alle strutture dedicate del Servizio Sanitario Nazionale.
Il cibo è un nemico? No!
Ogni atto legato al cibo, anche il più semplice e quotidiano, esprime molto altro che il nutrirsi. Intorno alla tavola si mangia, si dialoga, si condivide e dentro ci passano saperi, gusti, sapori. Il cibo porta con sé una storia e una cultura; nella nostra società è il connettore principale ed è diventato una delle attrazioni principali dei palinsesti televisivi, sui social e di numerosi eventi a tema.
Per chi soffre di DA, il cibo diventa il mezzo attraverso il quale manifestare il proprio disagio interiore: un “rifugio” e l’“anestetico” per non sentire il dolore, l’unico modo per esercitare il controllo su sé stessi, sulle proprie emozioni, pensando di non essere più in grado di controllare la propria vita e le relazioni.
Si cerca di “gestire” l’ingestibile lotta interiore, diventa l’unico modo per sentirsi efficaci, l’unico strumento per aumentare la propria autostima, per riconoscere il proprio valore come persona.